Kintsugi: L'Arte di Riparare con l'Anima (Kintsukuroi)

Restaurare le ceramiche di porcellana privata, preziosi ricordi che non possono essere perduti, è la nostra pratica che si fonda sulla disciplina del Kintsukuroi (金繕い), letteralmente "riparare con l'oro". Questa metodologia di restauro, emersa in Giappone circa cinque secoli fa, trascende la semplice riparazione, proponendosi come una dichiarazione estetica di resilienza e accettazione della storia e delle memorie.

L'origine storica risale all'epoca dello Shōgun Ashikaga Yoshimasa (XV secolo). Il suo insoddisfacente restauro di una tazza da tè con grappe metalliche esterne, eseguito in Cina, spinse gli artigiani giapponesi a sviluppare una tecnica nativa che valorizzasse la rottura. Nacque così il Kintsugi (金継ぎ), l'arte di riunire (tsugi) con l'oro (kin).

Fondamenti Filosofici e Concettuali

Il Kintsugi è l'espressione più vivida del Wabi-Sabi (侘び寂び), la visione estetica giapponese che individua la bellezza nell'imperfezione, nell'incompiutezza e nella transitorietà. L'oro non occulta il danno, ma lo eleva a testimonianza dell'esperienza e della vita dell'oggetto, dei suoi ricordi, della sua essenza.

Questa filosofia si articola in tre concetti Zen essenziali:

Mushin (無心): Lo stato di "senza mente". Rappresenta l'approccio oggettivo al restauro, che abbandona la ricerca della perfezione originaria e accetta il danno come un dato di fatto necessario.

Anitya (अनित्य): Il principio di impermanenza. Tutte le esistenze sono transitorie. La rottura è l'accettazione consapevole della fine e della trasformazione inevitabile.

Mono no Aware (物の哀れ): Empatia verso gli oggetti. È la malinconia profonda e serena che deriva dall'apprezzamento della loro decadenza, riconoscendo la bellezza nella loro fragilità e storia.

Metodologia Tecnica del Restauro

Il nostro processo è interamente manuale e rispetta rigorosamente i canoni tradizionali, garantendo un risultato duraturo e di altissima qualità.

Riassemblaggio (Rincollatura): I frammenti vengono riuniti utilizzando esclusivamente lacca Urushi (resina naturale dell'albero della lacca), nota per la sua resistenza e le sue proprietà adesive superiori.

Ricostruzione delle Mancanze: Le eventuali mancanze di ceramica o porcellana vengono colmate tramite una miscela (mangan) di polvere di lacca e argilla Tonoko, modellata e lasciata essiccare in un processo che può richiedere settimane.

Finitura e Doratura: Una volta che la lacca è completamente polimerizzata, le linee di rottura vengono rifinite meticolosamente e spolverate esclusivamente con Oro 24 carati. Questo passaggio sigilla l'unione e conferisce la valenza estetica e simbolica all'opera.

Il lungo periodo di essiccazione della lacca è fondamentale per la durabilità del restauro, attestando l'impegno verso un'arte che non ammette scorciatoie.

 

La lacca Urushi è un materiale di altissimo pregio, noto per le sue proprietà superiori che ne giustificano l'uso nel restauro di lusso. La linfa, raccolta con processi laboriosi e limitati (solo da giugno a settembre), è considerata una rarità.

Durabilità e Resistenza: L'Urushi è estremamente resistente all'invecchiamento, all'acqua, al calore, all'alcool, agli acidi e ai solventi, superando la maggior parte delle lacche moderne. Garantisce che la riparazione sia robusta e duratura nel tempo.

Sicurezza Alimentare: Una volta completato il lungo processo di indurimento, l'Urushi è completamente sicuro per gli alimenti (a differenza di molte resine epossidiche) e può essere utilizzato per oggetti destinati al contatto con cibi e bevande (ciotole, tazze, piatti).

Valore Aggiunto: L'Urushi, grazie alla sua produzione limitata e alla sua complessa lavorazione (che richiede competenza specialistica), è un materiale intrinsecamente prezioso. La sua applicazione completa e attenta conferisce agli oggetti un'affascinante e profonda lucentezza, che ne accresce il valore.

Nota sulla Lavorazione: Per la massima sicurezza del personale, l'Urushi allo stato liquido richiede l'utilizzo di equipaggiamento protettivo (guanti) a causa del potenziale irritante (urushiolo). Una volta asciutti, gli oggetti sono totalmente innocui.